Swim promuove l’informazione scientifica di qualità
Sabato 8 giugno in molte città d’Italia si terranno incontri pubblici per discutere di informazione – e disinformazione – su alcuni temi scientifici “caldi” (vedi l’articolo sul sito delle “Scienze”).
Ecco come racconta il proprio coinvolgimento la tesoriera di Swim, Silvia Bencivelli, sul suo blog:
Sabato sarò a moderare l’evento romano. Saranno tre ore di discussione accesa: i quattro relatori sono personaggi di spessore e racconteranno cose interessanti. Ci troverete nell’aula magna di Patologia generale al Policlinico, mentre il programma lo potete leggere sulla apposita pagina web.
In contemporanea Daniela Ovadia sarà impegnata a quello milanese e Beatrice Mautino in quello torinese.
Lo scrivo così per esteso perché noi di Swim abbiamo riflettuto assai sulla nostra partecipazione all’evento. E alla fine abbiamo pensato che ok, andiamo.
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Non saremo lì «dalla parte della scienza» in modo acritico, ma a portare il nostro modo – critico e non schierato – di studiare e far conoscere le questioni complesse e magari controverse. Questioni delicate su cui la scienza ha da dire molto, ma su cui anche altri hanno voce in capitolo, purché nel rispetto reciproco e della verità (o almeno della sua migliore approssimazione possibile), senza mistificazioni.
Aggiornamento del 7 giugno: oggi anche Beatrice Mautino ha scritto sul suo blog:
“Io penso che gli scienziati debbano smetterla di lamentarsi per il cattivo giornalismo e debbano invece iniziare a pretendere un ottimo giornalismo”. L’ha detto Marco Cattaneo a Erice al corso internazionale di giornalismo scientifico centrando in pieno il punto. L’aveva detto in un altro modo Calvino nelle Città invisibili, cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
L’inferno c’è. La fuffa ha preso il sopravvento. Non solo in campo scientifico, ma anche in campo scientifico e questo, un tempo, non avveniva o avveniva meno.
In quest’inferno fatto di venditori di illusioni, di scienziati indipendenti, di geni incompresi, di famiglie disperate, di diffidenza, paura e rabbia ci sono molti sciacalli e tante Iene che alimentano le fiamme. Ne siamo consapevoli, li vediamo ogni giorno. E fa male.
Calvino diceva che di fronte a questa situazione puoi fare due cose: star lì, rassegnarti, accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più oppure individuare il buono e valorizzarlo, e dargli spazio.
Perché vi scrivo questo? Perché poco più di un mese fa ho ricevuto un messaggio che diceva “ho un’idea pazza da proporti”. Federico mi scriveva che era stufo di vedere la scienza maltrattata e che con alcuni amici aveva pensato di organizzare una serie di convegni contemporanei in alcune grandi città italiane per fare informazione scientifica corretta. E continuava “sarebbe per l’8 giugno”.
segue…
Secondo aggiornamento del 7 giugno, anche Daniela ha scritto un post:
[…] Siamo un Paese dove la scienza è vista o come una sorta di totem onnipotente e inattaccabile, uno strumento salvifico che va accettato acriticamente (e abbiamo i nostri bravi Scienziatoni, come amo chiamarli, che sono i vescovi della nuova religione delle sorti magnifiche e progressive) oppure come il coacervo di tutti i mali, una gang di spocchiosi al soldo di multinazionali che affamano contadini indiani, torturano povere bestie e negano terapie efficaci ai bambini malati.
Come spesso ci accade, ci manca l’equilibrio: quello che nasce dalla conoscenza delle cose, dalla consapevolezza dei limiti del metodo scientifico ma anche delle garanzie che offre; dal ruolo che la conoscenza e le scoperte giocano nello sviluppo di una civiltà, purché, e sottolineo questo purché, esista una società e una classe di informatori (giornalisti, divulgatori) che con la scienza dialoghi senza timore di farle le pulci quando serve, ma con in mente il valore intrinseco del metodo scientifico.
Quanto di tutto riuscirà a emergere nelle conferenze che domani sono state organizzate un po’ in tutta Italia (e di cui parla anche Le Scienze, che è media partner dell’iniziativa), non è dato sapere, ma è un primo passo, anche perché l’idea l’hanno avuta dei giovani, anzi dei giovanissimi, un po’ ingenui e anche loro talvolta imbevuti di certezze come si è quando si è giovani e si ama ciò che si fa.
Leggi il post completo sul blog Mente & Psiche delle Scienze: Un sabato pomeriggio alternativo
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